venerdì 26 ottobre 2007

Cure termali: Le Acque Solfuree


Sono denominate solfuree le acque che possiedono una quantità pari o superiore a 1 mg di idrogeno solforato(H2S) per litro. Nelle acque solfuree lo zolfo si trova in forma bivalente.
Azioni biologiche. I composti solfurei vengono assorbiti dall’organismo con metodiche crenoterapiche sia interne che esterne. La via elettiva di eliminazione dell’H2S è il polmone ed esiste inoltre uno spiccato organotropismo per le strutture articolari.
Azione sul sistema neurovegetativo. Le acque solfuree stimolano il sistema nervoso parasimpatico. Il risultato è una cospicua vasodilatazione capillare con aumento della permeabilità vasale, riduzione della pressione arteriosa sistemica, bradipnea e bradicardia.
Azione sui meccanismi di difesa e antinfiammatoria. Sembra che le acque solfuree siano in grado di stimolare l’organismo a difendersi nei confronti sia degli stimoli infiammatori endogeni che degli agenti proinfiammatori esterni attraverso la stimolazione sul SRE, il potenziamento della produzione anticorpale, la regolazione della sintesi di prostaglandine, la produzione di mediatori.
Azione antitossica. È probabilmente in relazione con la stimolazione del SRE, ma sono anche accertate azioni antitossiche specifiche su diverse sostanze organiche e metalli, tra i quali piombo, bismuto e fosforo.
Azione sul fegato. Le acque solfuree sono in grado di proteggere la cellula epatica dalla degenerazione grassa indotta da tetracloruro di carbonio (CCl4), arsenico, fosforo e dalla necrosi da fenolo. Si è osservato un miglioramento dei quadri disprotidemici e un aumento dell’attività protrombinica. Riguardo il metabolismo glucidico si osserva aumento del glicogeno epatico e riduzione della glicemia.
Azione sulla muscolatura liscia e sulla secrezione digestiva. Soprattutto per la stimolazione parasimpatica le acque solfuree inducono broncocostrizione, aumentano la motilità intestinale, la secrezione gastrica, la coleresi e la motilità delle vie biliari.
Azione sulle mucose e sul muco. L’H2S provoca intensa vasodilatazione con aumento della pervietà capillare nella sottomucosa e rigenerazione dell’epitelio. È dimostrato un miglioramento della clearance muco-ciliare.Per le azioni fluidificanti specifiche e aspecifiche, si ha un aumento dell’escreato. La stimolazione vagale comporta un aumento della secrezione sierosa bronchiale. Con attività mucolitica diretta l’H2S riduce i ponti disolfurici delle mucoproteine fibrillari scomponendo le fibre mucoproteiche. È evidenziatoun ruolo protettivo sulla mucosa nei confronti di sostanze tossiche e stimolante sulla produzione di surfactante.
Azione sull’apparato locomotore. Le acque solfuree esercitano effetti trofici nei confronti della cartilagine e del tessuto connettivo. In vitro l’H2S attiva le collagenasi e si ritiene che la crenoterapia solfurea sia in grado di "attenuare le reazioni connettivali’ contrastando processi fibrotici abnormi.
Azione sulla cute. Le acque solfuree esercitano essenzialmente azioni plastiche e antiseborroiche. A pH cutaneo acido l’H2S stimola la proliferazione dello strato spinoso esercitando un’azione cheratoplastica. Sullo stratocorneo lo zolfo possiede proprietà esfolianti e cheratolitiche, accentuate in ambiente alcalino.
Azione antisettica. Le proprietà batteriostatiche e antimicotiche dell’H2S sono riconducibili al potere riducente. L’acido solfidrico tende a ossidarsi con formazione di solfatie zolfo allo stato nascente sottraendo ossigeno ai microrganismi

Copiato da Zanussi, Terapia Medica Pratica, Utet 2002

Massaggio Trasverso Profondo

Il massaggio trasversale di frizione profonda recupera la
mobilità nei muscoli nello stesso modo nel quale la mobilizzazione
libera un’articolazione. Ha un
duplice effetto se correttamente eseguito: l’iperemia traumatica
e la mobilità. L’iperemia traumatica riduce il dolore
grazie all’aumento dell’afflusso ematico. Con la riduzione
del dolore il paziente è in grado di muovere più liberamente
la struttura dolente. Il massaggio libera anche le aderenze
quando viene effettuato in direzione trasversale; pertanto,
può essere eseguito nelle lesioni muscolari, legamentose e
tendinee. La frizione assottiglia il tessuto cicatriziale che
può tenere aderenti le strutture in modo anormale. Peraltro,
non è un metodo che tutti i pazienti tollerano: deve essere
limitato alla seduta di trattamento.

mercoledì 24 ottobre 2007

Il ghiaccio è allucinogeno?

10 Settembre 2007.. non è l’11 Settembre ma…

8.30 davanti ai cancelli
9.30 si entra
10.30 ci danno le buste
11.30 ancora non si inizia; voglio una gomma…..

Ero in aula 2 ed alle 11.30, mentre aspettavo che ci dessero il via, sono andato a frugare nella mia borsa in cerca di una gomma da masticare. L'ho presa e mentre stavo chiudendo la borsa sono entrati i commissari d'esame in aula, dicendo: "Via, potete aprire la busta". Io mi sono alzato di scatto e mi sono voltato per tornare al banco. Non mi ero accorto che dietro avevo la finestrona della stanza aperta e ho picchiato con un occhio sul bordo della finestra. Ho visto le stelle!!! Mi girava tutto e per istinto mi sono portato una mano a comprimere l'occhio. 15 secondi, credo, pieni di stelle! Il mio unico pensiero è stato: anche se sanguino, non me ne vado. Faccio l'esame. E' più di un mese che studio. Non me ne vado. Poi per fortuna, una volta tolta la mano dall'occhio ho scoperto che non sanguinavo e quando la commissaria di esame mi ha chiesto come stavo, ho risposto: Benissimo!! scatenando le risate di tutta l'aula. Ho fatto tutto l'esame con una busta piena di ghiaccio pressata sull'occhio, che la suddetta commissaria mi gentilmente portato. L’occhio pulsava come un cuore e credo di aver avuto delle allucinazioni. Ricordo una domanda: qual è quel elemento che ha 58 protoni? Guarda che domanda difficile ho pensato. Dopo 5 minuti passati a cercar di capire quale fosse, e non trovando una risposta che mi soddisfacesse, ho riletto la domanda che chiedeva: Qual è quell’elemento che ha 8 protoni?.. Una settimna dopo scopro di aver superato la selezione.. e mi viene il sospetto che il ghiaccio abbia avuto uno strano effetto dopante su di me. Voi cosa ne pensate?

domenica 21 ottobre 2007

Massaggio e Quiromasaje

L’etimologia del termine “massaggio” è controversa. Secondo alcuni esso deriva dall’arabo “mass” con significato di maneggiare, toccare, palpare.[1] Altri hanno proposto il greco “massein”, impastare. “Ma un’etimologia orientale è verosimile tenendo conto di quella pratica di così vasto uso un tempo in Oriente”[2]. Con il termine “massaggio” si indicano generalmente “le varie manipolazioni manuali praticate sulla superficie di un essere vivente a scopo terapeutico”.[3]
Nato come manifestazione di terapia locale istintiva, il massaggio è da considerarsi come “una delle prime tecniche terapeutiche che sia stata eseguita dall’uomo”[4]. A questo stadio empirico fa seguito nei secoli lo sviluppo di una tecnica: già nell’Ayurveda, trattato sacro dell’antica civiltà induista, troviamo descritta la massoterapia ed esposte alcune indicazioni. Omero fa frequenti cenni nell’Odissea e nell’Iliade alla pratica del massaggio, usato prima e dopo l’attività ginnica ed anche semplicemente come pratica rilassante.
Noto e già ampiamente praticato dagli Egizi, dai Cinesi, dai Sumeri e dai Babilonesi, assurse infatti agli onori di un vero e proprio rito solo nel periodo greco-romano. Come scrive lo stesso V.L.Feràndiz:
“I greci trassero dall’antico Egitto questi insegnamenti ed Ippocrate stabilì alcune regole inerenti la direzione in cui dovevano venire effettuate le varie manipolazioni del massaggio, insegnando ai massaggiatori empirici quando dovevano agire in direzione centripeta dirigendo le manovre dall’estremità al cuore e quando dovevano agire in direzione centrifuga, ovvero prossimo distale.”[5]

I romani appresero il massaggio ed i suoi benefici dai medici greci. Celso fu uno dei più grandi medici romani e non poté non interessarsi a tale pratica molto usata nelle terme dell’antica Roma: esso lo consiglia come eccellente per paralisi e nevralgie.
Con la caduta dell’Impero Romano iniziò per la massoterapia un lungo periodo di silenzio rotto solo nel secolo XVI quando Paracelso raccomandò caldamente l’uso delle frizioni e l’Università di Padova raccolse studiosi che cominciarono ad esaminare più scientificamente questa tecnica.
Tali studi vennero continuati e approfonditi dalla scuola tedesca e svedese fin quando, dopo circa tre secoli di sperimentazioni, giunse dalla Svezia la vera rivalutazione del massaggio con la fondazione dell’Istituto Ling, medico svedese ideatore di movimenti ginnici razionali ed efficaci per il soggetto sano come per il malato.[6]
L’arte del massaggio entrava così a far parte essenziale di una nuova branca della medicina:

“Sull’onda dell’entusiasmo per la diffusione della ginnastica medica e per i risultati fantastici conseguiti dal dottor Metzger di Amsterdam numerosi amatori più o meno competenti di massaggi cominciarono la loro opera in occidente.
Il chirurgo tedesco Mosengeil stabilì i fondamenti scientifici del massaggio terapeutico, sperimentando l’azione meccanica delle manipolazioni e comprovandone gli effetti.
Il dottor Kellog introdusse negli Stati Uniti il metodo usato secolarmente in Giappone e nei paesi dell’estremo oriente.
Più tardi il dottor De Forest promosse l’insegnamento e l’utilizzo terapeutico di questo metodo nel sanatorio di Leman.”[7]

In questi primi decenni del XX la metodica del massaggio, con la eliminazione di molte manovre inutili e la razionalizzazione di quelle efficaci, viene schematizzata e inquadrata come vera e propria disciplina scientifica.
E’ in quello stesso periodo che il dottor V.L. Ferràndiz codifica il proprio metodo terapeutico assegnandogli il nome di quiromasaque e fonda la prima scuola di massaggio della storia iberica, dando così di fatto inizio alla diffusione di questa pratica, fino ad allora confinata nei gabinetti di bellezza, in terra spagnola.
[1] Il Dizionario della lingua italiana redatto da Giacomo Devoto e Giancarlo Oli, Le Monnier, 1990, lo registra come derivante dal francese massage, der. di masser ‘massaggiare’, voce di origine araba.
[2] M. Boigey, Il libro del massaggio, Sperling & Kupfer, Milano, 1973, p.5.
[3] Ibid.
[4] “L’uomo che avverte un dolore in qualunque parte del corpo pone istintivamente la mano sulla zona dolente, la mantiene ferma esercitando una pressione o la muove eseguendo un frizionamento. Queste azioni istintive vengono compiute senza che alcuno le abbia suggerite”. In M. Brunetti, Massaggio e linea, Edizioni mediterranee, Roma, p.13.
[5] V.L.Ferràndiz, Quiromasaje..
[6] “Al Ling e al Georgil dobbiamo la conoscenza dei metodi terapeutici attuati mediante il movimento sia passivo che attivo, che costituiscono quella forma di trattamento universalmente accettata che è la chinesiterapia.” M. Brunet, Massaggio e linea, cit., p.16.
[7] V.L.Ferràndiz, Quiromasaje, cit.